lunedì 6 giugno 2011

Il "corpo" nella filosofia

La parola "corpo" appartiene al linguaggio umano sin dalla scuola dell'infanzia, quando viene insegnato per la prima volta lo schema corporeo, ma "corpo" è un concetto e, come tale, appartiene all'astratto.

Lo schema corporeo nei bambini

Se Platone è l'"inventore" del concetto di "corpo", allora nell'età Omerica l'esperienza umana era attraversata dalle passioni e il corpo, come lo intendiamo oggi, era assente.
Con Platone si ha un addomesticamento delle passioni Omeriche e la nascita del concetto di "organismo" (tutto psicologizzato) coordinato dall'anima.
L'anima, nell'età Omerica, era il soffio vitale che si manifestava nel momento della dipartita; mentre con Platone l'anima diventa ciò che organizza il corpo assegnando ad ogni organo la sua funzione.


Bruno, Spinoza, Goethe e Nietzsche propongono un modello alternativo e secondario che non si basa sull'idea organicistica e psicocentrica ma sulle forze istintuali. La particolarità di tutti questi autori è di proporre un modello non dualistico.


Prima di parlare di Spinoza è utile accennare ad un altro importante filosofo e matematico che la tradizione fa rientrare nel modello dualistico: Cartesio.


Cartesio, per tutta la vita, è stato tormentato da un problema: spiegare come l'anima agisca sul corpo e viceversa. Questo problema nasce da un presupposto: anima e corpo sono due sostanze di cui si è coscienti sin dalla nascita.
Il problema di Cartesio è stato quello di non riuscire a spiegare l'unità di anima e corpo e, per questo, è stato fatto rientrare nel modello dualistico.


Per Spinoza, invece, esiste una sola sostanza: la natura che coincide con Dio. Dio, quindi, continua a diventare nel continuo divenire della natura che è eterna ed infinita.
L'uomo è un modo, cioè una manifestazione d'essere di Dio che si esprime attraverso due degli infiniti attributi: la mente, che percepisce il pensiero, e il corpo, che percepisce l'estensione. L'uomo, quindi, è simultaneamente anima e corpo; una parte dell'infinita potenza di Dio.
Specifico dell'uomo è il "desiderio"; cioè in dinamismo essenziale; e due dinamismi: tristizia (transito da una posizione di condizione superiore ad una inferiore) e laetitia (transizione da una condizione inferiore ad una superiore).
L'uomo, in Spinoza, va considerata in una visione energetica: l'uomo è un campo interattivo di energia desideroso di espandersi. In questo modello il primato non è del "pensiero filosofico" ma dell'amore.


Tra il 1883 e il 1885 Nietzsche pubblicò "Così parlò Zarathustra" in cui sono presenti alcuni riferimenti importanti al "corpo".
Nel capitolo "Ai dispregiatori del corpo" vengono presentati quattro concetti:
  • il corpo, che viene presentato come la grande ragione (la razionalità è diffusa in organi e sensi);
  • dell'anima non si dice quasi nulla ed è quindi presumibile che la si consideri come il "soffio di vita";
  • lo spirito tende a coincidere con l'"io", con la "mente" e con la "coscienza" ed è lo strumento attraverso il quale il corpo si regola e comunica;
  • ragione.
Il corpo avrebbe un corredo fisiologico che dipende da tutte le esperienze della razza umana. Il corpo sarebbe quindi il risultato dell'azione civilizzatrice dell'uomo.
Riassumendo, i concetti fondamentale in Nietzsche sono:
  • corporeità come grande ragione;
  • la corporeità è artificiale e naturale in quanto la produzione dell'umano si ritrova nella produzione della tecnologia;
  • tutti gli esseri viventi sono centri di energia che, attraverso rapporti energetici, entrano in rapporto con altri centri energetici;
  • la "volontà di potenza" è il tentativo di vivere auto-espandendosi;
  • lo spirito è il frutto della risposta del corpo all'ambiente.

Parlando di questi concetti filosofici bisogna anche tener presente che il "passato" non è un piano unico. Ad esempio, partendo dagli autori di questo post, tra l'età Omerica e Platone è passato lo stesso tempo che tra Spinoza e noi: circa quattro secoli.

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