La comunicazione è uno scambio
interattivo fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di
un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato
significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e
di segnalazione secondo la cultura di riferimento.
Questa definizione di comunicazione si basa su cinque assiomi:
- non si può non comunicare;
- ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione;
- ogni azione comunicativa influenza ed è influenzata dal comportamento verbale e non verbale dell’interlocutore;
- gli esseri umani comunicano sia con il modulo verbale (aspetto del contenuto) che con quello non verbale (aspetto della relazione);
- tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari.
In situazioni in cui la capacità
comunicativa è compromessa, la frustrazione del fallimento comunicativo porta i
soggetti ad accettare quello che l’altro interlocutore capisce, modificando
così il proprio messaggio iniziale. Questo fatto limita le capacità di pensare
del soggetto più debole che molto spesso è inserito in contesti in cui
l’obbiettivo del “capirsi” viene tralasciato o posto in secondo piano.
Con C.A.A. (Comunicazione Aumentativa e Alternativa) si indicano tutte le modalità di comunicazione che possono facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura. Questo tipo di comunicazione si definisce “aumentativa” perché non sostituisce ma incrementa le possibilità comunicative naturali della persona ed “alternativa” perché utilizza modalità di comunicazione alternative e diverse da quelle tradizionali.
Esempio tratto dalla rete di testo scritto con simboli PECS
La C.A.A., nata in America nel 1983, tenta di compensare le disabilità attraverso l’uso di componenti comunicative speciali e standard sostenendo lo sviluppo della comunicazione orale offrendo modelli di comunicazione positiva sia in entrata che in uscita. I soggetti affetti da disabilità comunicative, temporanee o permanenti, devono essere incentivati e gratificati a comunicare e ad avere qualche cosa da dire su:
- bisogni;
- idee;
- sensazioni.
La C.A.A. utilizza comunemente il sistema di comunicazione visiva che si sviluppa sotto l'acronimo PECS (Picture Exchange Communication System). Tale sistema prevede che si cominci con l'insegnare ad utilizzare la rappresentazione pittorica di un oggetto o di un evento per far comprendere all'interlocutore ciò che si vuole comunicare. Il metodo prevede progressivamente di insegnare la discriminazione di simboli e successivamente la capacità di formare delle "frasi".
Per genitori ed educatori sono in commercio software che permettono di creare messaggi o tradurre libri utilizzando i PECS. Uno di questi è sicuramente Bookmaker, un programma di origine americana, che contiene più di 30000 simboli.
Utilizzando questi software si ha la possibilità di inserire nei riquadri l'immagine desiderata, modificando il testo che può essere inserito in alto sopra il simbolo. Per quanto riguarda i simboli, è preferibile partire da quelli non stilizzati (solitamente gli "uomini uovo") per passare poi a quelli più schematici. In tutti i passaggi, però, bisognerebbe usare immagini in bianco e nero, in quanto i colori distraggono molto.
L'unico problema nell'utilizzo di questi strumenti è la mancanza di vocaboli, soprattutto quando bisogna esprimere concetti astratti.
Per chi desidera approfondire l'argomento suggerisco il sito ComuniCAAbile.
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