No, non mi sono persa, ma questa nuova esperienza nel mondo della disabilità mi sta molto assorbendo e anche interessando.
Uno dei bambini che sto seguendo ha una disabilità fisica molto importante: è sulla sedia a rotelle e muove a fatica anche gli arti superiori.
Nell'ambiente scolastico l'insegnante di sostegno, molto brava, è concentrata soprattutto sull'apprendimento delle conoscenze dettate dal programma e per questo il bambino è spesso in classe e segue il programma degli altri oppure svolge delle attività al computer, che per comodità delle insegnati si trova in un'altra aula.
Il mio ruolo, in questo contesto, è quello dell'assistente all'autonomia, una figura che spesso viene confusa con l'insegnante di sostegno ma che ha sostanzialmente un'altro compito, non incentrato sull'acquisizione delle nozioni scolastiche ma piuttosto una figura che facilita la comunicazione tra lo studente disabile e le persone che interagiscono con lui stimolando lo sviluppo delle abilità nelle diverse dimensioni dell'autonomia.
Io ho pensato di preparare delle attività sensoriali per stimolare la motricità fine e permettere l'espressione personale, non mediata da un adulto che scriva/disegni al posto del bambino.
La prima attività è stata la: "scatola della sabbia", un contenitore pieno di sabbia, conchiglie, palette e un secchiello che ho lasciato , per il primo incontro, manipolare e scoprire in piena libertà.
In piena autonomia il bambino ha iniziato a travasare la sabbia dal contenitore al secchiello svuotando poi il secchiello quando era pieno cercando di usare entrambe le mani. Ha cercato le conchiglie versandole nel secchiello e poi ha cercato di non prenderle riversando la sabbia nel secchiello.
Dopo un po' di scoperta con la paletta, acquistando maggior fiducia, ha iniziato ad utilizzare le mani per esplorare la scatola, scoprendo che la sabbia non è tutta grande uguale ma che ci sono anche delle "pietruzze".
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