La danza moderna si colloca, storicamente, agli inizi del '900, dopo le prime sperimentazioni di movimento libero. Geograficamente, invece, i due fulcri centrali sono gli Stati Uniti e la Germania.
Per parlare di danza moderna bisogna innanzi tutto definire il "balletto"; inteso come balletto classico, che nasce nelle corti italiane e si formalizza in Francia nel '600; che viene considerato oltre Oceano come il paradigma dell'Europa.
Giselle, Fracci - Bruhn (ABT, 1965)
In questo spezzone tratto dal Primo Atto di Giselle è molto chiaro come la musica sia al servizio del movimento, esaltando le capacità tecniche della ballerina.
Il modello romantico del balletto, di cui Giselle è un esempio molto significativo, è costruito da occhio maschile per una platea sostanzialmente composta da uomini. La donna, in queste produzioni, è vista come un oggetto messo su un piedistallo, capace di redimere l'uomo.
Nel '900, però, il pubblico inizia a cambiare e i movimenti femministi fanno la loro comparsa. La presenza femminile delle platee pone nuovi problemi come, ad esempio, quello della danza maschile.
In questo panorama si inserisce il lavoro di T. Shawn "Death of Adonis" (1924) in cui, per la prima volta viene affrontato questo problema.
Shawn, insieme a R. St. Danis, fonda una scuola di danza in cui, alla basa, sta l'idea di virilità: per la prima volta, in America, si inizia a teorizzare la danza maschile. Questo significa non pensare più l'uomo come semplice porteur, chiamato a sollevare e sorreggere la ballerina, ma ad un vero e proprio ballerino, che può esprimersi appieno anche senza la patner.
Nella nuova danza il movimento non è più organizzato per vettori che partono dalla schiena ma risiede nel plesso solare e fa della curva il suo aspetto essenziale. Per quanto riguarda la musica il rapporto viene profondamente rivoluzionato: non vengono più utilizzate musiche espressamente composte per il balletto, ma qualsiasi tipo di musica.
T. Shawn, grazie alla sua formazione teologica, teorizza anche una spiritualità della danza ballando, ad esempio, dei sermoni e dei versetti biblici.
Kinetic Molpai, Men Dancers (1935)
T. Shawn, che nel video è il primo uomo ad uscire sulla scena, fonda una compagnia di soli uomini, i "Man Dancers", per cui compone questa coreografia.
Il "molpai" è un genere musicale di origine greca che, secondo la tradizione avrebbe ispirato la nascita della tragedia. In questa composizione è evidente come il carattere della virilità sia portato all'eccesso, non lasciando dubbi all'osservatore.
In questa coreografia viene utilizzata anche una tecnica emergente all'epoca, la music visualization, in cui si tenta di far corrispondere, almeno teoricamente, alla partitura musicale una partitura corporea.
Dalla scuola di T. Shawn si forma la seconda generazione di danzatori moderni, quella più conosciuta oggi in quanto ha elaborato specifiche tecniche come, ad esempio quella elaborata da M. Graham basata sul respiro e quella di D. Humphrey che fa del concetto di rilascio e recupero un punto focale.
Air for the G Sring, D. Humphrey (1934)
D. Humphrey, inoltre, per la prima volta sostiene che la coreografia non è solo un'organizzazione di passi nel tempo e nello spazio, ma un'assunzione di responsabilità da parte del coreografo nei confronti dell'orrore del presente. Proprio questo è il punto centrale della danza moderna: il ruolo del coreografo. Nella danza moderna si viene a rompere anche il rapporto mimetico con la musica, dando avvio ad un'espressività emozionale. Humphrey sceglie, in quest'ottica, di utilizzare una suonata di Bach non solo il quanto simbolo di una classicità, ma in risposta all'orrore della Prima Guerra Mondiale, come esemplificazione del bello.
In Europa il centro della "nuova danza" è la Germania, con una scuola di origine Ungherese a cui appartiene anche R. Laban. In questo periodo la nuova danza emergente, quella espressionista, viene largamente utilizzata dal Regime nazionalsocialista che andava a formarsi.
Hexentanz, M. Wigman (1926)
Nella "Danza della strega" di M. Wigman, danzatrice prediletta di R. Laban, la femminilità viene del tutto negata, sottolineando invece la forza e la durezza, due qualità chiave per il nazionalsocialismo.
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