venerdì 23 settembre 2011

Venerdì del libro: i libri-gioco

Il libro-gioco è un libro interattivo perché il lettore diventa protagonista e determina la trama del racconto attraverso "bivi" che determinano percorsi narrativi tra loro indipendenti.

"Lupo solitario" è la prima collana di libri-gioco edita in Italia nel 1989. Protagonista della saga è Lupo Solitario, ultimo sopravvissuto allo sterminio di un antico ordine cavalleresco e in seguito fondatore del Nuovo Ordine.


Questo genere di libri è adatto ad un pubblico che padroneggia la scrittura ma anche la matematica, perché essenziale è "tenere il conto" delle vite, dei punti forza ecc ecc... perché si tratta di un vero e proprio antenato dei videogiochi in formato cartaceo. Il meccanismo, infatti, è simile a quello di un gioco di ruolo con la differenza che si ha meno libertà di scelta e si gioca generalmente da soli.

Per i più piccoli ad esempio, Topolino (dal 1985) ha pubblica sulle sue pagine diversi "fumetti-game" che prevedevano solo la possibilità di scegliere tra diverse azioni nel corso della storia. Uno solo era il percorso "esatto" per giungere alla conclusione del fumetto.

La cosa più interessante però, una volta capito il meccanismo, è costruire i propri libri-gioco. Per fare questo i punti essenziali sono:
  • definire la traccia iniziale, cioè stabilire il protagonista, lo spazio/tempo, il target, il genere letterario e stendere l'incipit comune e a tutte le opzioni;
  • definire le regole, cioè tutti gli assunti che disciplineranno l'utilizzo del libro, proprio come nei giochi;
  • creare il diagramma ad albero che rappresenta tutti i bivi del libro prestando attenzione alla coerenza interna e all'utilità di tutte le opzioni proposte;
  • rileggere ogni percorso;
  • scrivere ogni percorso e, volendo, illustrarlo.
La realizzazione di un libro-gioco aiuta i bambini a sviluppare la fantasia e se costruito con i più grandi può essere un buon "ponte" interdisciplinare tra, ad esempio, italiano ed informatica perché questa proposta può essere facilmente trasformata in un ipertesto (esempi qui e qui).

Guardando a questo "strumento" nell'ambito di un lavoro di gruppo possono essere identificate alcune dimensioni pedagogiche a mio avviso importanti:
  • l'immaginazione;
  • la socialità;
  • l'interattività;
  • la funzione dei limiti per facilitare la creatività;
  • lo sviluppo del problem solving;
  • l'aumento della tecnologia del sé, ossia del dominio di sé all'interno del gruppo di lavoro;
  • la multidimensionalità delle competenze messe in gioco;
  • lo sviluppo della capacità di rappresentazione.
Per quanti desiderassero conoscere un po' di più su come si costruisce un libro-gioco consiglio di leggere "Costruire i libri-gioco. Come scriverli e utilizzarli per la didattica, la scrittura collettiva e il teatro interattivo".

Costruire i libri-gioco. Come scriverli e utilizzarli per la didattica, la scrittura collettiva e il teatro interattivo

10 commenti:

  1. interessante, però mi sembra di capire per bimbi in età scolare, tipo 9-10? Vorrei regalarlo ai miei nipoti...

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  2. Sì, è per bambini grandicelli. Ma ci sono anche versioni più semplici per bambini più piccoli ma queste sono più difficili da trovare.
    Una libreria che ho trovato molto fornita in questo campo è la Feltrinelli che ha uno spazio, nella sezione junior, dedicato a questo genere.

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  3. Un libro particolarissimo. Ne ho sentito parlare anche in altre occasioni ma non mi è mai capitato di averne uno tra le mani.

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  4. @Stefania: io ho conosciuto questo genere durante un corso di aggiornamento in cui abbiamo dovuto anche costruirne uno. Poi in biblioteca ho provato a prenderne qualcuno di più "serio" per vedere come fosse e devo dire che proposto a ragazzini di quarta e quinta elementare è piaciuto parecchio (soprattutto costruirne di propri)

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  5. A noi piace da matti interagire con i libri e trasformarli in gioco. Ora Simpatica Canaglia è ancora un po' piccolo, ma appena crescerà glieli proporrò sicuramente.

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  6. @mammozza: perché non provate a crearne uno?

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  7. Segnalazione molto interessante l'ultimo libro, credo proprio che gli darò un'occhiata. Le bambine sono ancora un po' piccole, ma forse qualcosina di semplice possiamo anche farla.
    Grazie dell'idea.

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  8. @Monica:) io ho provato a realizzarli con bambini della scuola primaria durante il centro estivo... ma anche i bambini della scuola dell'infanzia sono bravissimi a raccontare storie, quindi perché non "sfruttare" ed incentivare la loro fantasia?
    Inoltre è un buon modo per sviluppare le capacità linguistiche e di coerenza (solo raccontando si impara a raccontare).

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  9. le mie bambine hanno 5 e 6 anni (ultimo anno materna e prima elementare) quindi credo che mi cimenterò presto.
    Grazie degli ottimi consigli!
    Buona settimana

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  10. Riesco a finire solo oggi il giro dei consigli di lettura della settimana scorsa, mi piace molto questo spunto. Per noi è decisamente prestissimo (meno di 4 anni ancora) ma sicuramente tenterò la strada di inventarne uno. Grazie!

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