Le emozioni primarie sono quasi finire: l'unica che ci restava da analizzare insieme era la tristezza, anche se i bambini un po' ne avevano già parlato insieme alla rabbia. Molti, infatti, avevano sottolineato come una persona arrabbiata facesse sentire gli altri che le erano vicini molto tristi.
Per vedere quanto i bambini ricordassero delle altre "emozioni" ho proposto un giochi, simile per grandi e piccoli, tranne che per alcuni accorgimenti.
In rete ho scaricato volti di persone (di ogni sesso, età ed etnia), animali e cartoni animati che rappresentassero le nostre quattro emozioni primarie; li ho stampati e tagliati.
PROPOSTA PER I PICCOLI
Ho disposto al centro della sala quattro cerchi di diverso colore e davanti, in riga, tutte le mie tesserine.
Ad ogni bambino ho chiesto di scegliere una tessera, guardarla e farla vedere ai compagni, e quindi dire ad alta voce il sentimento che pensava fosse rappresentato. Naturalmente i compagni, avendo visto la foto, potevano commentare la scelta.
A questo punto il bambino doveva scegliere di posizionare l'immagine nel cerchio del colore che secondo lui rappresentava maggiormente il sentimento.
PROPOSTA PER I GRANDI
Ho disposto al centro della sala quattro cerchi di diverso colore e davanti, in riga, tutte le mie tesserine. In ogni cerchio ho posizionato un emoticons: giallo felicità, rosso rabbia, blu paura e verde tristezza.
Mentre la musica suonava i bambini erano chiamati a muoversi in giro per la stanza. Quando la musica veniva stoppata a bambini dovevano prendere una tesserina e metterla nel cerchio "esatto".
Al termine abbiamo fatto un giro tra i cerchi per controllare che tutte le tesserine fossero al posto giusto e ci siamo trovati a "discutere" su alcune facce un po' ambigue che potevano essere forse messe in due cerchi diversi a seconda dell'interpretazione.
Devo dire che praticamente tutti i bambini sogno riusciti a riconoscere le emozioni viste insieme e anzi, hanno tirato fuori un'interessante osservazione: a volte si può sbagliare a riconoscere un'emozione se non si sa cosa sta succedendo. Una persona che piange non è per forza triste, perché si piange anche di felicità; una persona che urla può essere arrabbiata o impaurita e così via.
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