Dai tempi di Alba Pompeia (così si chiamò la città nei secoli dell'epoca romana), quello che oggi è il centro storico ha visto succedersi le generazioni di città una dopo l'altra, nel medesimo luogo. La città medievale crebbe sui resti di quella romana, quella moderna ne prese il posto senza cancellarla del tutto, e così via, fino alla città attuale, che senza saperlo è plasmata nella sua forma dai lineamenti urbani di Alba Pompeia.
Degli ultimi duemila anni di storia cittadina, moltissimo è rimasto nel ventre del sottosuolo cittadino, pochissimi metri al di sotto delle vie e dei marciapiedi, frammenti di città scomparse e antenate dell'Alba di oggi che vanno a comporre il ricco patrimonio del Museo F. Eusebio, del Percorso Archeologico Monumentale cittadino e dei numerosi percorsi sotterranei. L'antico tempio, il teatro e il foro di epoca romana, il primo fonte battesimale e le torri medievali scomparse...
Oggi, in una bella giornata dal clima primaverile, abbiamo partecipato, io e "la mia metà" al tour guidato gestito da "Ambiente & Cultura" e coordinato dal Museo civico albese di F. Eusebio con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il percorso, con inizio di fronte all'ufficio turistico, è stato guidato da un archeologo professionista che in questi anni si è occupato degli scavi edilizi, cioè quelli che vengono eseguiti durante i cantieri edili.
Con la nostra guida abbiamo visitato tre siti archeologici: il resto del foro romano e di due torri casa (1), i resti del teatro romano e di una torre casa (2) e i resti della cinta muraria romana e di due magazzini adiacenti.
Il primo resto romano / medievale si trova proprio sotto l'ufficio turistico, in piazza del Duomo.
Le parti medievali sono costituite dalle fondamenta di due case torri di cui si può ammirare una parte dell'elevato notando così che dal calpestabile romano e quello medievale non vi è più di una 50 cm di sedimento.
In mezzo a queste due torri sorgeva una torre più antica e totalmente in pietra che venne distrutta per far posto a queste due costruzioni successive.
Di fronte all'ufficio turistico, inoltre, si può notare il perimetro dell'antica Torre Negri, una torre isolata che doveva svettare isolata proprio davanti al Duomo e che venne abbattuta nell'800 durante il rifacimento della facciata della chiesa. In questa torre si dice avesse la sua bottega di ciabattino il papà di
Michele Coppino, ministro dell'istruzione del primo governo Depretis.
La seconda tappa ci ha portato sotto la chiesa di San Giuseppe nel rione un tempo chiamato Borgo San Lorenzo.
In epoca romana questo sito era occupato dal teatro romano: un anfiteatro in muratura, evoluzione dell'architettura greca che invece prevedeva la costruzione degli spazi scenici su pendii appropriati. In particolare dai sotterranei della chiesa è possibile vedere parte del palco, mentre nelle cantine di edifici privati sono stati trovati resti degli spalti.
Nel corso dell'età medievale il sito è stato caratterizzato dalla presenza di edifici privati, costruiti in muratura soprattutto a partire dal XII secolo, periodo a cui risale anche una torre di pietra, successivamente demolita.
Lo studio dei sedimenti tra i resti romani e quelli dell'alto medioevo ha permesso di scoprire, proprio in questo edificio, resti di vitigni e il più antico reperto archeologico italiano che testimonia l'esistenza del fagiolino. Questo, oltre ad un primato, permette di evidenziare come nell'alto medioevo ampie parti della città vennero dedicate alla coltivazione (oltre che alla sepoltura) pratica impensabile, in epoca romana, all'interno delle mura.
L'ultima tappa ci ha portato a visitare una sezione delle mura in cui sono ben visibili i diversi mattoni che componevano i sette metri della cinta: quelli di forma molto allungata di epoca romana, le pietre che componevano il muro medievale ed i mattoni piccoli e regolali che ricoprivano quest'ultima parte.
In questa parte delle mura che danno verso il Tanaro sono visitabili anche due caserme-magazzino: due lunghi tunnel che vennero usati in epoca romana come magazzini e successivamente come deposito o rifugio antiaereo.
Gli scavi di
Federico Eusebio portarono alla luce proprio in questi due siti resti di anfore romane e anche palle di cannone risalenti al conflitto Franco-Spagnolo.
L'ultima parte della visita guidata ci ha portati a visitare "I tesori del Tanaro", una mostra temporanea che espone due importantissimi ritrovamenti paleontologici: il mastodonte di Verduno e la balenottera di Piana Biglini.
La visita è poi continuata liberamente per le altre sale del museo che ospitano al pian terreno una spada dell'età del bronzo ed il cippo marmoreo di Caio Cornelio Germano.
Al primo piano sono conservati i resti romanici e la collezione naturalistica in un bellissimo allestimento.
Per informazioni sulle prossime date del tour si può guardare
qui.