Dopo una laurea in Sociologia sono riapprodata alla mia grande passione: il teatro, la danza e le arti espressive in genere.
mercoledì 29 febbraio 2012
Buon compleanno Gioacchino Rossini
martedì 28 febbraio 2012
Analisi transazionale: gli stati dell'io
- archeo-psiche (io bambino),
- estero-psiche (genitore interiore),
- neo-psiche (io adulto).
lunedì 27 febbraio 2012
Castelnuovo Belbo: terzo incontro
- ho chiesto ai bambini di correre per la sala e, al mio battere di mani, fermarsi come statue in piedi, seduti e sdraiati;
- l'evoluzione consiste nell'introdurre un discriminate per l'assunzione delle pose: la battito di tamburo le statue dovevano essere "in piedi", mentre al suono dei sonagli la statue dovevano essere "sedute o sdraiate".
venerdì 24 febbraio 2012
Venerdì del libro: Il piccolo principe
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire?"
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo".
"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembro' perplessa:
"Su un altro pianeta?"
"Si".
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa. E delle galline?"
"No".
"Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea:
"La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..."
Il piccolo principe ritorno' l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangero'".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi soggiunse:
"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto".
Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa".
E ritorno' dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.
giovedì 23 febbraio 2012
Cartoline dalla "quasi primavera"
martedì 21 febbraio 2012
Paperino nel mondo della Matemagica
La matematica si trova nei posti più impensabili.
- le frazioni,
- il rettangolo aureo,
- le figure geometriche,
- strategia,
- gli angoli,
- ...
lunedì 20 febbraio 2012
Cos'è l'arte moderna?
In verità credo che ciò che chiamiamo arte sia destinato a sparire o a diventare irriconoscibile.
domenica 19 febbraio 2012
Bit e Milano Autoclassica
sabato 18 febbraio 2012
"Dance me to the end of love"
“Conducimi fino alla tua bellezza con un violino ardente
conducimi attraverso il panico finchè potrò essere al sicuro
alzami come un ramo d’ulivo
e diventa la colomba che mi riconduce a casa
conducimi fino alla fine dell’amoreOh fammi vedere la tua bellezza
quando le prove sono perduteFammi sentire il tuo movimento come fanno in Babilonia
mostrami lentamente ciò di cui solo io conosco i limiti
conducimi fino alla fine dell’amore
conducimi fino alla fine dell’amoreConducimi alla cerimonia nuziale ora, conducimi senza fermarti
conducimi molto teneramente e molto a lungo
siamo entrambi inferiori al nostro amore, siamo entrambi superiori
conducimi fino alla fine dell’amore
conducimi fino alla fine dell’amoreConducimi ai bambini che chiedono di nascere
conducimi attraverso i sipari che i nostri baci hanno logorato
alza una tenda di difesa ora, anche se ogni filo è lacerato
conducimi fino alla fine dell’amoreConducimi fino alla tua bellezza con un violino ardente
conducimi attraverso il panico finchè potrò essere al sicoro
toccami con le tue mani nude o toccami con il tuo guanto
conducimi fino alla fine dell’amore
conducimi fino alla fine dell’amore
conducimi fino alla fine dell’amore”.
venerdì 17 febbraio 2012
Danza e forma dell'esperienza
- la danza è movimento e, come tale, è vita;
- la danza è scarto di senso; è cioè trasgressione in quanto i suoi movimenti non portano ad un'utilità immediata e non minimizzano lo sforzo;
- la danza è esperienza e, come tale, racchiude in sé componenti diverse di altrettanta diversa natura (natura percettiva, emotiva, conoscitiva/riflessiva, relazionale).
martedì 14 febbraio 2012
Attività all'aria aperta: Pavia
Al suo interno meritano uno sguardo le sedici cappelle di "proprietà" di famiglie e corporazioni come ad esempio quella dei macellai e dei ciabattini.
- vi consiglio di parcheggiare lungo via XXV Aprile, un viale in cui il parcheggio è libero (senza pagamento di pedaggio o disco orario);
- noi abbiamo pranzato, con menù fisso a 10 euro, alla trattoria-pizzeria "Vecchia Pavia" in via Mantovani 3 (vicinissima a San Michele);
- le chiese chiudono per la pausa pranzo e riaprono alle 15.00, quindi programmate bene la vostra visita;
- i negozi più famosi di Pavia si trovano in via Strada Nuova e in Piazza della Vittoria.