lunedì 20 giugno 2011

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Nel 2003, Mark Haddon ha pubblicato il suo lavoro più famoso: "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte".


Come si legge dalla quarta di copertina:

Questo è un giallo diverso da tutti gli altri. L'investigatore è Christopher Boone, ha quindici anni e soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo. Christopher ha un rapporto molto problematico con il mondo. Capisce tutto di matematica e pochissimo di esseri umani. Odia il giallo e il marrone, ama il rosso e detesta essere toccato. Non mangia se cibi diversi entrano in contatto l'uno con l'altro, si arrabbia se i mobili di casa vengono spostati, non riesce a interpretare l'espressione del viso degli altri, non sorride mai.
Christopher non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando scopre il cadavere di Wellington, il cane della vicina trafitto da un forcone, capisce di trovarsi davanti a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere.
E inizia così un viaggio straordinario che gli cambierà la vita.

Questa è stata la mia lettura durante questa settimana di vacanze. In realtà in tre giorni scarsi ho "divorato" le 247 pagine del libro.

Ecco alcune citazioni che mi sono particolarmente piaciute sparse qua e la per le pagine...

"Quelli che vanno nella mia scuola sono stupidi. Solo che non mi è permesso dirlo, anche se è vero. Vogliono che dica che hanno delle difficoltà nell'apprendimento o hanno delle esigenze particolari. Il termine tecnico esatto è Gruppo H. Questa sì che è una cosa stupida, perché tutti hanno dei problemi nell'apprendimento, perché imparare a parlare Francese o capire il principio della Relatività è difficile, ed è altrettanto vero che ognuno ha delle esigenze particolari, come mio padre che deve portarsi dietro delle pillole di dolcificante da mettere dentro il caffè per non ingrassare [...]".

"I cani mi piacciono. Si sa sempre cosa passa nella testa di un cane. I sui stati d'animo sono quattro. Un cane può essere felice, triste, arrabbiato o concentrato".

"La matematica non è come la vita perché nella vita non esistono risposte chiare dirette".

Questo libro permette, ad un normale lettore, di vedere il mondo con un occhio diverso. L'occhio di un ragazzino affetto da un sindrome che compromette le interazioni sociali, stereotipizza gli schemi di comportamento e riduce gli interessi.

Questa sindrome sembra appartenere anche al protagonista di un recente (2008) best seller italiano: "La solitudine dei numeri primi".


Sul grande schermo questa malattia è stata mostrata in grandi successi come: "Rain men - L'uomo della pioggia" e "Codice Mercury".

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