giovedì 19 settembre 2013

Iniziare a lavorare con l'autismo

Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale
per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri.
In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un
extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia
personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande
valore e significato nella vita e non essere guarito da me stesso.
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo
diversi l'uno dall'altro, che il mio modo di essere non è solo una versione guasta del
vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni.
Lavorate con me per costruire ponti tra noi.
(Jim Sinclair)


Questa settimana per me è iniziata una nuova avventura: quest'anno lavorerò in modo continuativo con un bambino autistico che frequenta il secondo ciclo delle elementari.


L'autismo viene considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo pervasivo dello sviluppo e si manifesta entro il terzo anno di età con deficit nelle seguenti aree:
  • comunicazione;
  • interazione sociale;
  • immaginazione.
L'autismo è talvolta associato a disturbi neurologici aspecifici (come l'epilessia), o specifici (come la sindrome di Down).
La caratteristica più evidente nell'autismo è l'isolamento: i bambini autistici spesso non rispondono al loro nome, evitano lo sguardo e appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui e della realtà che li circonda.


Essenziale, quando si inizia un lavoro con un bambino autistico, è acquisire il maggior numero possibile di informazioni da quanti stanno nella sua rete: famiglia, insegnante di sostegno,... in modo da riprodurre, sin da subito, gli stessi schemi di comportamento (organizzazione giornaliera, ricompense, momenti di pausa,...).

Per preparare il bambino all'incontro con una nuova persona può essere molto utile; oltre a prepararlo a voce; fornirgli una fotografia qualche giorno prima in modo che il bambino possa guardarla e riconoscere fin da subito il "nuovo adulto" quando lo incontrerà di persona. L'uso delle fotografie può essere molto utile anche per ricordare durante l'anno, o l'estate, i volti ed i nomi di compagni di classe ed insegnanti.

Durante il primo incontro è molto utile riproporre la routine a cui il bambino è abituato utilizzando gli stessi strumenti che famiglia ed insegnanti hanno già messo in atto e che il bambino conosce.
Nel mio caso utilizziamo quatto cartellini che indicano altrettante pause che il bambino può chiedere durante l'orario di scuola (in aggiunta all'intervallo). In queste pause il bambino può scegliere liberamente cosa fare: disegnare, giocare da solo o giocare con me per un tempo prestabilito (10-15 minuti per le prime due pause e 5-10 minuti per le ultime due).
L'insegnate di sostegno usa poi la "token economy" per il rientro in classe dall'intervallo (dopo 6 "gettoni" il bambino viene ricompensato con un'ora di pc in cui può utilizzare software didattici) e per il buon comportamento durante tutta la giornata (dopo 8 "gettoni" riceve un regalo dai genitori).

mercoledì 11 settembre 2013

Castel Savoia a Gressoney

La cittadina aostana di Gressoney deve molto del suo sviluppo turistico alla presenza di Margherita di Savoia, sposa di Umberto I e regina d'Italia.
Il primo soggiorno della sovrana a Gressoney, ospite nella villa dei baroni Beck Peccoz, risale al 1889; ma già alla metà del secolo suo padre, il duca Ferdinando di Savoia, veniva a cacciare lo stambecco ai piedi del ghiacciaio del Lys in compagnia del barone Antonio Beck Peccoz.
Accolta calorosamente dalla popolazione locale, dal 1889 al 1925 la Regina fece ritorno ogni anno a Gressoney durante i mesi estivi. Durante i soggiorni montani la Regina, presto imitata dalle altre nobili villeggianti, amava indossare il costume popolare locale, che sul suo esempio si è evoluto nella foggia ancora oggi in uso.


All'interno del castello, al piano superiore, è possibile ammirare il cappello indossato dalla sovrana in questo dipinto ufficiale della Regina.

Il castello della regina Margherita sorge ai piedi del Colle della Ranzola, nella località denominata "Belvedere" perché domina tutta la vallata fino al ghiacciaio del Lyskamm.


La posa della prima pietra avvenne con una solenne cerimonia il 24 agosto 1899; assassinato a Monza un anno dopo, il re Umberto I non avrebbe visto la conclusione dei lavori, protrattasi fino al 1904. I lavori durarono così poco grazie all'impiego di materiali reperibili nei dintorni del cantiere e grazie all'uso di manodopera locale sotto la supervisione dell'architetto Emilio Stramucci e del decoratore Carlo Cussetti.


Oggi hai piedi del castello si trova un bellissimo giardino botanico inaugurato nel 1990. L'orto botanico si estende su una superficie di circa 1000 mq e si differenzia dagli altri presenti in Valle d'Aosta per l'impostazione di carattere prevalentemente estetico.


Grazie alla "mia metà" per le foto... come sempre è lui quello che sa cogliere gli scorci migliori.

venerdì 6 settembre 2013

Venerdì del libro: Uomini che odiano le donne

Di colpo capii che l'amore è quell'attimo
 in cui il cuore vorrebbe scoppiare


Sì, devo ammetterlo, i grandi best seller non mi hanno mai attirata più di tanto e così quando è scoppiato il caso caso Stieg Larsson non mi sono fatta minimamente contagiare.
Quest'estate, complice il fatto di non sapere cosa portarmi sotto l'ombrellone, mi sono fatta tentare da "Uomini che odiano le donne", un librone di più di 600 pagine che mia mamma aveva acquistato ad un mercatino dell'usato e che non aveva mai letto.


Il primo capitolo della trilogia Millennium mi ha piacevolmente sorpresa: ambientazioni inusuali per i grandi polizieschi (sono una fans di Kay Scarpetta), personaggi ben delineati ed una trama coinvolgente che affascina dalla prima all'ultima pagina.

Il libro affronta le vicende di un giornalista economico, Mikael Blomkvist, e di una stravagante analista, Lisbeth Salander, che vengono coinvolti nelle ricerche sulla sparizione di una ragazzina avvenuta quarant'anni prima.

Da questo libro è stato tratto, nel 2009, un film con la regia di Niels Arden Oplev.


Con questo post partecipo al "Venerdì del libro" di Homemademamma.