martedì 27 dicembre 2016

Ordine e autismo

I modelli di mente alla base dell'apprendimento delle persone "normotipiche" sono sostanzialmente differenti da quelli dei soggetti autistici.
Il modello di mente di un soggetto a sviluppo tipico può essere paragonato ad una botte, con un collo molto grande, in cui le informazioni possono entrare anche contemporaneamente attraverso tutti i sensi. Il modello dei soggetti con disabilità intellettiva, invece, è più simile ad una damigiana, dove le informazioni devono entrare una alla volta.
Nei soggetti autistici il deficit può essere rintracciato nella mente, e non nel cervello, sostanzialmente perché i loro sensi sono molti sviluppati, amplificati. Per questo le informazioni in entrata risultano distorte, errate, caotiche... generando ansia.


In questo contesto l'ambiente è molto rilevante per l'apprendimento che avviene in modo seriale, cioè un canale alla volta.

Gli apprendimenti, inoltre, una volta entrati ad uno ad uno, vanno ordinati per essere facilmente ritrovati.
L'ordine è fondamentale ed essere ordinati significa abbattere alcuni luoghi comuni come la credenza secondo la quale gli autistici soffrissero le costrizioni dell'ambiente circostante e per questo si tendeva a fornire un quadro non strutturato (spazi aperti, assenza di regole, ...).
In realtà le regole creano sicurezza e abbattono l'ansia:
  • l'ambiente strutturato aiuta l'orientamento e rassicura. L'ansia diminuisce quando si sa esattamente cosa ci si aspetta in un certo momento e in un certo luogo, che cosa succederà in seguito, dove e con chi
  • buona parte dei comportamenti disadattivi nasce dalla confusione;
  • spesso si verificano situazioni di incomprensibilità;
  • l'autistico alcune volte esprime un'incapacità di comprendere il contesto circostante, come: emozioni, stati d'animo, segnali sociali, ...
  • spesso il soggetto autistico ha difficoltà a gestire le proprie emozioni e comprendere quelle altrui;
  • spesso i soggetti autistici hanno difficoltà ad interagire con l'ambiente in maniera funzionale.
I punti di riferimento devono essere visibili e concreti per rendere comprensibile e prevedibile il quadro temporo - spaziale.


Questo costituisce il primo passo per poter impostare un lavoro educativo - abi - riabilitativo con il soggetto con autismo.


Immagini tratte dal Web