mercoledì 27 novembre 2013

Puzzle per bambini disabili

I comuni giocattoli possono essere adattati per l'uso da parte del bambino con disabilità cognitive o autismo.

Risolvere puzzle implica differenti competenze, tra queste troviamo: le abilità visuo-spaziali e le funzioni esecutive, che svolgono un ruolo importante anche nello sviluppo delle competenze matematiche e nello sviluppo di strategie per risolvere problemi.


I pezzi del puzzle sono stati suddivisi in sacchettini differenti e disposti sul tavolo di lavoro nell'orientamento corretto dal lato opposto all'immagine tipo, lasciando al centro lo spazio per la costruzione del puzzle.
Questo puzzle rappresenta un soggetto noto (Cars) e ha 20 pezzi di grosse dimensioni.


Quando il bambino avrà compreso il funzionamento del gioco/puzzle i pezzi potranno essere forniti in modo disordinato aumentando così la difficoltà perché entrerà in gioco anche la capacità di orientare i singoli pezzi.

Per aiutare i bambini che presentano maggiori difficoltà può essere utile:
  • fornire una fotocopia a colori plastificata dell'immagine intera, sulla quale il bambino può collocare i pezzi;
  • scrivere dei numeri sul retro di ciascun pezzo del puzzle, così che sia più facile da comporre. Può essere fornito anche un foglietto che faciliti ulteriormente il compito, ricordando la sequenza numerica corretta.

giovedì 21 novembre 2013

Attività strutturate

Come già detto le attività strutturate offrono ai bambini momenti di gioco/apprendimento autonomo con cui possono intrattenersi per periodi di tempo più o meno lunghi. Non tutti i bambini sono in grado di farlo, ma la maggior parte di essi può imparare.
Quando si preparano attività di questo tipo è importante che siano motivanti e alla portata del bambino. Molto spesso, infatti, lo scopo dell'attività non è imparare cose nuove (per questo è necessario l'aiuto di un adulto) bensì distendersi e stare occupato.
E' bene che il materiale venga organizzato in cestini o scatole perché la quantità di esercizi che il bambino si troverà davanti non deve essere eccessivo.


Questo è un semplice esercizio di appaiamento con immagini reali di animali.


Questo è un esercizio di appaiamento con personaggi dei cartoni noti al bambino. In questo caso è stata aggiunta una difficoltà: alcune immagini sono simili e differiscono solo per la posizione del personaggio.

Questo è un esercizio di appaiamento di forme geometriche per completare un disegno che, se tutte le immagini verranno poste nella posizione corretta, risulterà alla fine colorate.
Accanto al semplice "gioco" questo esercizio può prestarsi ad una prima e semplice classificazione delle forme geometriche (rettangolo, cerchio e triangolo).

lunedì 18 novembre 2013

Stimolazione sensoriale 2

Continua la nostra esperienza di stimolazione sensoriale con la sabbia.
Abbiamo giocato, toccato, raccolto, rovesciato...



... e anche disegnato grazie ad una colla stick e alla nostra amata sabbia che abbiamo versato sia con il setaccio che con le mani.



Abbiamo poi iniziato semplici giochi di appaiamento.
Questo esercizio richiede di confrontare e abbinare immagini di animali realistiche. Le tesserine vengono prese da una scatola posizionata vicino al bambino e poste, una ad una, sulla scheda madre. Noi, mentre le posizioniamo, diciamo anche il nome dell'animale ed il verso.


Quest'ultima è un'attività strutturata con la quale i bambini possono intrattenersi autonomamente per periodi di tempo più o meno lunghi.
Queste attività possono essere utili sia per apprendere nuove conoscenze, con l'aiuto di un adulto, o tenersi occupati da soli senza essere davanti alla TV o al computer. Tuttavia per molti bambini con disabilità anche stare seduti da soli è qualche cosa che all'inizio va imparato con l'aiuto di un adulto.

domenica 10 novembre 2013

L'autismo nella letteratura


La sindrome autistica è stata oggetto di discussione sin da quando fu descritta per la prima volta in letteratura. Sono passati più di cinquant'anni da quando lo psichiatra Leo Kanner (1943) descrisse per la prima volta undici bambini che presentavano un insieme analogo di caratteristiche insolite.
Mentre all'inizio si pensò che l'autismo fosse causato da uno stile di accudimento distaccato e freddo da parte dei genitori, al giorno d'oggi i modelli di causalità biologica sono ampiamente accettati e c'è una crescente convinzione che le cause coinvolte siano molteplici. L'autismo, oggi, può essere descritto come un "conglomerato di sottosindromi" aventi in comune la sintomatologia derivante da problemi gravi nelle relazioni sociali e le relative disarmonie nello sviluppo.
Nella sua ricerca, inoltre, Kanner sottolineò come una possibile spiegazione di alcuni tratti peculiari dell'autismo possa essere rintracciata nel divario tra la capacità di pensiero riferito alle persone e la capacità di pensiero riferito alle cose.


Guardando ai test di intelligenza, Prior (1979) ha fornito una chiara definizione del profilo di abilità tipicamente associate alla sindrome autistica. I dati raccolti da Prior indicano buone abilità di memoria per quanto riguarda l'informazione sia visiva che uditiva e buone competenze in compiti che richiedono giudizio visivo-spaziale e riconoscimento di configurazioni.
I bambini autistici presentano, però, un'iperselettività dello stimolo associata a difficoltà nella generalizzazione delle abilità acquisite. L'iperselettività impedirebbe la capacità di generalizzazione che richiede di prestare attenzione a un ampio numero di eventi o fenomeni simultanei.
L'essere consapevole di questa caratteristica dei bambini autistici è molto utile soprattutto in campo didattico perché impone, quando si lavora con bambini affetti da sindrome autistica, di assicurarsi che essi rivolgano effettivamente l'attenzione verso ciò che noi crediamo o vogliamo che guardino.


Nel 1976 Hermelin ha ipotizzato che i bambini con autismo abbiano problemi con la codifica e la categorizzazione dell'informazione e che essi utilizzino un deposito di memoria ecoica.
In un esperimento la Hermelin ha osservato che i bambini con autismo ricordavano le cifre lette secondo la loro collocazione spaziale e non rispetto all'ordite temporale in cui venivano presentate.
Nonostante queste evidenze empiriche rimane ancora da chiarire se le differenze nell'elaborazione siano all'origine del ritardo sociale e linguistico o se ne siano invece conseguenza. Firth (1989) interpreta la letteralità con cui gli individui con autismo elaborano le informazioni, come indice della scarsa capacità di cogliere coerenza centrale. Firth ipotizza che ciò rifletta anche una ridotta consapevolezza dei propri pensieri in relazione ai pensieri degli altri (teoria della mente).




Liberamente tratto da: "Comunicazione e reciprocità sociale nell'autismo", a cura di K. A. Quill