Per studiare la complessità dell'uomo, l'Analisi Transazionale ha individuato alcuni stati dell'io:
- archeo-psiche (io bambino),
- estero-psiche (genitore interiore),
- neo-psiche (io adulto).
Quando un bambino sente delle regole da parte di una persona per lui autorevole interiorizza queste regole inserendole nella propria struttura psichica. L'"io genitore" è ciò che ci dice cosa si può fare e cosa non si può fare ed è un fortissimo giudice interno che permette di sopravvivere nella società.
Nell'adolescenza a volte si manifesta una contrapposizione tra l'"io genitore" e il genitore che può assumere atteggiamenti normativi o affettivi.
L'"io adulto" ha la particolarità di porsi una domanda "perché, qui ed ora, stra succedendo ...?". Questo stato dell'io è un grande raccoglitore di dati.
L'"io bambino" è il motore dell'intero sistema e permette di affrontare qualunque problema. Il genitore, invece, parla senza oggetto, usando verbi impersonali. L'"io adulto", infine, è la chiave che apre i problemi. I problemi sono, in questo caso, stanze da cui non si riesce ad uscire. L'adulto interno, quindi, muove le risorse interne ed esterne dell'individuo.
Quest'approccio dovrebbe essere alla base di ogni azione educativa e riabilitativa. In questi due campi, infatti, manca tantissimo l'"io bambino" che, come ho detto poco fa sarebbe il motore più potente da attivare.
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