sabato 13 aprile 2013

Seminario: fiabe in LIS

Oggi ho partecipato ad un Seminario speciale sulle fiabe raccontate in Lingua Italiana dei Segni (LIS) organizzato dalla sezione astigiana dell'ENS di cui avevo già parlato qui.

Da quando delle persone si sono incontrate ed hanno fatto gruppo si è iniziato a raccontare. Inizialmente si raccontavano saperi pratici e solo successivamente si è passati a racconti fantastici. Le narrazioni fino alla messa su carta venivano tramandate oralmente, con la possibilità di innesti di nuovi temi. La fiaba europea, ad esempio, porta al suo interno commistioni dovute ad invasioni e scambi commerciali, mentre la fiaba africana è più pura nelle sue forme originali.


In Europa, nel XVII secolo, nasce la moda del magico che porterà i fratelli Grimm a pubblicare "Fiabe per l'infanzia e per il focolare". Nel 1928 Prop porta in stampa "Morfologia della fiaba", mentre nel 1956 Italo Calvino da alle stampe "Fiabe italiane".

La fiaba ha rischiato di scomparire durante la migrazione dalle campagne alla città nell'epoca dell'industrializzazione. Verso la metà dell'800 alcuni studiosi iniziarono a raccogliere fiabe creando le prime raccolte.

Un tempo le fiabe erano destinate ad un pubblico adulto, solo nel XIX secolo dei pedagogisti piegarono le fiabe ad un uso didattico e pedagogico per trasmettere regole e norme sociali.
Proporre una fiaba ha significato in tutte le epoche passare un messaggio: nel Medioevo, ad esempio, il predicatore raccontava per evangelizzare mentre oggi la mamma racconta fiabe per far addormentare. Oggi, soprattutto, le fiabe possono aiutare i bambini a superare i problemi che incontrano nella quotidianità.

La fiaba, qualunque sia l'ambito in cui viene impiegata, svolge molteplici funzioni:
  • funzione organizzatrice, cioè permette di costruire un mondo coerente diverso dall'ascoltatore;
  • funzione riparatrice; cioè permette un confronto tra i conflitti e le angosce dell'ascoltatore e quelle dei protagonisti;
  • contenente.
Un laboratorio della fiaba potrebbe prevedere tre momenti:
  1. la narrazione, a cui si fa precedere e seguire un momento rituale;
  2. la rappresentazione in uno spazio pre allestito in cui ogni bambino è messo nelle condizioni di "giocare" un personaggio;
  3. il disegno della fiaba.
Scegliere la fiaba giusta è essenziale in ambito laboratoriale e, sopratutto con i bambini piccoli, è opportuno scegliere fiabe tradizionali e già note. Un esempio di fiabe utilizzabili sono: "Cappuccetto rosso", "I tre porcellini" (anche nelle versioni più complesse) e "Il lupo e i sette capretti".


Entrando più nel discorso del segnare possono essere proposti laboratori solo per bambini sordi o per gruppi misti. In questi laboratori, più che puntare sulle differenze può essere utile lavorare sull'autonomia e sulle capacità dei singoli bambini.

Infine, la fiaba può essere un utile strumento didattico per la crescita intellettiva. In questo ambito risulta spesso più utile utilizzare favole invece che fiabe.
Le favole:
  • sviluppano l'aspetto linguistico;
  • stimolano la discussione e la ricerca;
  • permettono una riflessione sulla sintassi e sulla struttura del racconto (ambiente, personaggi, problema, soluzione e morale);
  • al termine della narrazione sono possibili domande più o meno esplicite oltre a domande personali.
Per maggiori informazioni sulle fiabe in LIS vi consiglio di dare un occhio a questo sito.

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