martedì 7 giugno 2011

Media education: la fotografia

Per "media", nel linguaggio comune, indichiamo mezzi come la fotografia, il cellulare, il computer, la radio,...
L'opinione pubblica vene il crearsi di due giudizi polarizzati sui "media":
  • i "media" come sogno, opportunità;
  • i "media" come pericolo.
La "media education" nasce circa vent'anni fa in Italia importando studi anglosassoni. Secondo questa concezione i media non sono solo strumenti ma anche ambienti (contesti, negoziazione di significati, ...).
La "media education" si è posta sin da subito il compito di formare spettatori consapevoli in diversi ambiti:
  • nei mezzi che compongono i media;
  • nei linguaggi;
  • nello sviluppo della capacità critica;
  • nel "leggere e scrivere i media".
In questo contesto la fotografia si presenta come uno strumento comune di cui sono sconosciuti i potenziali.


Come tutti i media, anche questo, crea nuove realtà che nascono dalla realtà vissuta che viene mediata da un mezzo tecnologico. Di fronte a questa nuova realtà ognuno è chiamato ad affrontarla criticamente.
La fotografia, infatti, nella post-produzione è in grado veicolare messaggio differenti effettuando, ad esempio, una semplice operazione di "taglio" come nell'immagine sottostante. Nella prima immagine, scattata durante l'Uragano Katrina è ben visibile la situazione della città di New Orleans; la seconda, invece, potrebbe essere stata scattata ovunque e potrebbe semplicemente rappresentare un militare che soccorre un'anziana donna.

Immagine tratta dal Corriere della Sera

Compito degli educatori è individuare il momento in cui un nuovo media entra nella vita dei bambini ed accompagnarli nella sua scoperta, non anticipando però i tempi di contatto.


Una fotografia, da una parte, seleziona una parte di mondo e dall'altra mette in evidenza alcuni particolari che normalmente non si noterebbero.
Nella fotografia è importante chiedere e chiedersi il "perché?" si è scelto di scattare una foto e il motivo che ha spinto il fotografo a scattare in un determinato modo.
Apporre un titolo ad una foto induce un'interpretazione in quanti si trovano a vederla.

1 commento:

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