giovedì 17 novembre 2011

Oscar Luigi Scalfaro: Lezione di Costituzione

Visto che siamo ancora nell'anno delle celebrazioni del 150° compleanno dell'Italia unita vorrei riportare una parte del discorso che nel marzo del 1988 Oscar Luigi Scalfaro, allora semplice deputato DC, fece a Osimo (Ancona).
Quella del futuro Capo dello Stato fu una lezione sulla Carta costituzionale italiana, non solo dal punto di vista giuridico e politico, ma anche umano.
La conferenza è giunta fino a noi grazie al ritrovamento, nel 1996 da parte di "Panorama", di una registrazione a cui seguì la pubblicazione dei passaggi più importanti.


Quando ci fu la prima seduta dell'Assemblea costituente, il 25 giugno 1946 (le votazioni erano state il 2 giugno), presiedette Vittorio Emanuele Orlando: quello che a scuola era stato presentato come "il Presidente del Consiglio della vittoria".
Allora, terminata la seduta [...], ci fu un grido in aula fatto dagli anziani.
Il grido fu "affissione".
"Affissione" vuol dire che un discorso è ritenuto dall'Assemblea così elevato che merita di essere stampato e messo all'affissione in tutti i Comuni d'Italia.
Così fu per il discorso inaugurale tenuto da Vittorio Emanuele Orlando che presiedette perché era il più anziano. [...] Si cominciò così un lavoro in un'Assemblea che aveva talune caratteristiche che io sottolineo rapidamente con qualche pennellata.

La prima caratteristica era che il denominatore comune in questa Assemblea era certamente un no alla dittatura fascista. [...]

La Carta si presenta [...] come due grandi tavole.
In una vi sono scritti i principi, quelli che sono i valori dell'uomo. Vi sono scritti quei diritti che sono assolutamente inviolabili, dirà l'articolo 2.
Nell'altra vi sono presentate le istituzioni attraverso le quali quei principi passano dall'essere scritti a diventare la realtà di un popolo. Gli istituti democratici hanno il compito di tutelare qui principi, di renderli vivi per ciascuno nel modo migliore, di ripristinarli quando in qualche modo sono offuscati, conculcati, sminuiti, mortificati.
Questa è la seconda tavola: il Parlamento, il governo, la magistratura, la Corte costituzionale, la distribuzione del Paese in comuni, province, regioni: tutto questo può essere preso in considerazione per essere migliorato e aggiornato.
Per la prima parte ritengo che non esista al mondo una Carta più completa e più umana, la quale non è sufficientemente presentata e conosciuta dal popolo italiano, anche, a volte, da ambienti che dicono di credervi e che sono colti e preparati.
Mi è capitato più volte di sentire delle obiezioni che hanno solo il sapore di chi non ha mai voluto perdere il tempo di leggerla o di meditarla.
Ma, non posso non elogiare quell'Assemblea costituente che ha avuto la capacità e la saggezza di scriverla. [...]

Nessuno dei grandi partiti che avevano fatto una lunga e a volte sanguinosa lotta duramente pagata, lotta alla dittatura, voleva essere tagliato fuori dal firmare, dal partecipare e scrivere una Carta di questo genere. [...]
Lì dentro, sui seggi a volte lontanissimi uno dall'altro, vi erano uomini che erano stati in galera insieme, vi erano uomini che erano stati all'estero 10-20 anni insieme, vi erano uomini che avevano sofferto insieme!
Molte volte io vidi sui più anziani del mio partito, nei momenti in cui la politica ci divideva da altri gruppi [...], la forza di mantener ferma un'impostazione in cui credevamo, ma anche una certa pena, quasi che si turbasse un rapporto umano di chi aveva pagato insieme.
Queste sono ricchezze da non disperdere! [...]
Sotto la Costituzione vi sono anche formidabili realtà umane che hanno aiutato uomini di provenienze diverse, di strade diverse, a sentire l'impegno di prendere insieme la penna, Mani diverse per scrivere queste pagine per il popolo italiano. [...]

Ecco, il punto più vivo, la vera grande scelta è che questa Carta è per l'uomo. Questa Carta è per la gente. E' per ciascun cittadino.
Non vi è dubbio che sia stata scritta con questo intendimento e non vi è dubbio che ha questa impostazione. [...]
Vedete, io non dimentico, quando votammo l'articolo 1. L'Aula scattò in piedi. Erano momenti di entusiasmo, ma anche di grande emozione. E quando applaudimmo l'articolo 2 che per me, per la mia visione, per il mio gusto (ma non credo di essere lontano davvero) è il cuore.
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo".
Ecco, io vi devo confessare che ogni volta che parlo di questo [...] mi emoziono tanto perché il termine "riconosce" è la condanna di tutte le dittature di ieri e di oggi e speriamo non spuntino domani. [...]
Noi uscivamo da un'esperienza dittatoriale dove lo Stato diventava colui che inventa, genera i diritti li dona al cittadino essendo lui, il germinatore del diritto, il padre del diritto e anche colui che ne dispone. Quindi lo toglie, lo riduce a seconda dei momenti e a seconda delle argomentazioni che lui crede di dover fare sulla realtà storico-politica del momento.
Un'impostazione umana dice: "L'uomo è prima dello Stato. L'uomo è colui che mette al mondo lo Stato. Dall'uomo deriva lo Stato".

E in questa impostazione umana, e aggiungo cristiana, c'è un fatto armonico pieno di fascino: dall'uomo discende lo Stato, il quale ha un compito solo, quello di servire l'uomo. [...]

File:Scalfaro Oscar Luigi 3.jpg


Per terminare ecco un breve video sulla Costituzione italiana che riassume i principi fondamentali.


Nessun commento:

Posta un commento