venerdì 6 aprile 2012

Venerdì del libro: L'allievo

Il libro che voglio presentarvi oggi è "L'allievo" di Patrick Redmond, un autore inglese laureato in legge. Il romanzo che vi presento oggi è la sua opera prima che l'ha fatto conoscere un po' in tutto il mondo.


Il romanzo è un po' datato, infatti in Italia è uscito nel 1999, ed attualmente risulta fuori catalogo anche se gli amanti del genere thriller - noir lo citano come uno dei titoli da leggere assolutamente.
Io ne ho recentemente trovata una copia in un mercatino dell'usato, anche se la prima lettura l'avevo fatta anni addietro prendendo il libro in biblioteca.

La vicenda narrata è ambientata in un prestigioso college inglese degli anni '50 in cui sembra aleggiare qualcosa di sinistro tra le aule e il campo sportivo.
Chi, quarant'anni dopo, racconta ciò che accadde è l'unico superstite del gruppo di ragazzi coinvolti in un letale gioco che ha preso loro la mano.

Per chi volesse farsi un'idea del libro ecco l'inizio:

Lettera pubblicata dal “TIMES” – 17 ottobre 1957
The Old Rectory
Havering, Kent
Sono da più di trent’anni un fedele lettore del suo giornale, di cui ho sempre ammirato l’equilibrata visione del mondo. In effetti, ho finito per considerarlo un vecchio amico, a tal punto che un giorno trascorso senza la sua garbata compagnia mi sembrava incompleto.
Per questo motivo, ho letto con allarmata incredulità, sul numero di lunedì scorso, l’articolo di Colin Hammond Prigionieri del privilegio.
Ancora oggi, dopo dieci giorni, non riesco a capire come lei possa aver pubblicato un articolo del genere. Chiaramente Mr. Hammond è uno di questi “giovani arrabbiati” di cui si legge oggigiorno; uno sciocco arrogante la cui sola possibilità di distinguersi sta nel denigrare tutte le istituzioni care al Paese. Come ha potuto offrirgli una ribalta da cui rendere pubbliche le sue sciagurate opinioni?
L’articolo di Mr. Hammond è uno dei più deteriori esempi di giornalismo in cui mi sia imbattuto. Dopo averlo letto, posso solo concludere che Mr. Hammond non sia sano di mente, oppure che il suo desiderio di notorietà sia così grande da spingerlo a dissacrare impunemente ogni cosa pur di affermarsi.
Come può sostenere che i terribili eventi occorsi a Kirkston Abbey siano da imputare la sistema dele public schools? Come ex allievo di tali scuole (Ferrers College, 1919-1924) devo protestare contro questo insulto recato a un’istituzione per la quale ho sempre nutrito il massimo rispetto. La mia scuola, come altre dello stesso tipo, era un posto decoroso e felice, non la prigione brutale e piena di paura che Mr. Hammond vorrebbe farle credere.
I ragazzi al centro di tutto il sordido affare di Kirkston Abbey non furono “corrotti dal sistema” né “vittime del loro ambiente”. Descriverli in questi termini è un errore gravissimo.
Nulla può giustificare l’incontestabile orrore di ciò che essi hanno fatto. Non esistono scuse per un simile comportamento. Nulla – né la giovane età, né la solitudine, né la separazione dalla famiglia – può redimerli nemmeno in parte. Ciò che hanno fatto non è l’opera di ragazzi fuorviati, ma di autentici mostri.
Questo post partecipa al "Venerdì del libro" di Homemamdemamma.

3 commenti:

  1. Ne avevo sentito parlare già altre volte, e ho sempre 'passato'. Mi sa che questa è la volta buona...!

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  2. Io pure ne avevo sentito parlare, non è proprio il mio genere ma chissà....

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  3. @la povna: a me è piaciuto molto e per questo appena l'ho trovato non me lo sono fatta scappare.

    @Giorgia: è un thriller psicologico... Io l'avevo letto durante un periodo in cui mi ero molto appassionata di S. King e P. Cornwell.

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