lunedì 19 settembre 2011

Gesuiti a teatro - pedagogia dell'azione scenica

I primi, storicamente, ad utilizzare il teatro per formare l'uomo in campo etico, religioso e retorico sono stati i Gesuiti.
I Gesuiti, fondati nel 1540 da Sant'Ignazio di Loyola, nascono con un intento missionario ma già nel 1548 viene aggiunta la vocazione educativa inizialmente per la formazione degli stessi Gesuiti e successivamente (1549) anche per gli esterni: nobili e figli della ricca borghesia.

Il teatro gesuitico ha una fortissima finalità educativa mentre manca una finalità ludica, anche se questo non significa che i partecipanti possano divertirsi. Il teatro rientra in quell'usanza che prende io nome di "strategia del visivo" nella quale rientrano, ad esempio, anche le vetrate.


Sottesa a quest'usanza sta una filosofia che vuole che tutto ciò che entra nelle mente deve prima passare per i sensi, in altre parole i sensi concorrono all'attivazione intellettuale. Inoltre, la pedagogia gesuitica promuove la ragione e l'immaginazione.

Particolarità del teatro gesuitico sono:
  • l'utilizzo dei miti classici "piegati" alle virtù cristiane;
  • la padronanza della retorica;
  • i temi messi in scena riguardano testi biblici, vite dei santi e dei principi cattolici;
  • l'uso della musica come linguaggio universale per arrivare a Dio.
Il programma scolastico dei collegi gesuitici prevedeva tre rappresentazioni teatrali all'anno. I copioni, scritti dai ragazzi durante il laboratorio teatrale, dovevano essere redatti rigorosamente in latino. La finalità educativa del laboratorio era quella di favorire, accanto all'uso della lingua latina, l'autocontrollo e l'autoregolazione delle passioni.

Un altro momento organizzato dall'ordine Gesuita sono le feste religiose e politiche. In questi eventi barocchi il mondo viene considerato un palcoscenico in cui "attori" e "personaggi" coincidono. Il mondo è il teatro della battaglia tra le milizie di Cristo e quelle di Satana. Il questa lotta un ruolo essenziale è dato dall'arte che ha il potere di avvicinare a Dio.


Nel '700, prima che l'ordine venga sciolto, viene recuperata la "parola razionale".
Padre Parhammer sottolinea come sia importante capire piuttosto che imparare memoria. In quest'epoca il bello è il "logico", "l'ordinato razionalmente".
Parhammer, nelle sue missioni, non utilizza sussidi didattici che colpiscono i sensi ma la ragione che, nella sua filosofia, colpirebbe maggiormente e produrrebbe cambiamenti più duraturi. Pedagogicamente, inoltre, gli interventi venivano calibrati a seconda dell'età dei partecipanti.
Nell'orfanotrofio viennese gestito dal gesuita alcune sono le peculiarità:
  • il teatro viene sostituito da un'educazione militare;
  • grande importanza viene data alla musica e al canto e, addirittura, Mozart si esibirà dirigendo l'orchestra dell'orfanotrofio;
  • la cappella dedicata a Maria ha una struttura che risponde ad un'ottica di "pedagogia visiva".
Quest'esperienza, molto amata dal popolo, verrà interrotta da Giuseppe II che soppresse tutte le manifestazioni barocche e laicizzò la figura del sovrano e dell'esercito.

Conoscere questa concezione pedagogica è utile per riflettere sulla situazione contemporanea. Oggi, infatti, la componente educativa è andata via via scemando soppiantata dalla sola componente ludica. In particolare andrebbe recuperato il "processo creativo teatrale" che, come avevano già capito nel '500 , è educativo a prescindere dal tema che viene trattato nella messa in scena.

4 commenti:

  1. ciao! sono Giulia, sono capitata sul tuo blog, pensa che io sto facendo una tesi sul teatro gesuita non è che puoi suggerirmi un po' di bibliografia da dove hai preso queste informazioni?

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  2. Ciao, queste informazioni sono frutto di una lezione che ho frequentato durante il mio master. Purtroppo non ho altro che i miei appunti ma se riesco a recuperarti il nome della docente te lo invio (insegna pedagogia all'Università Cattolica di Milano).
    Se ti può interessare ho anche degli appunti sul teatro in epoca Rivoluzionaria (esempio di teatro agli antipodi di quello gesuitico).

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  3. UH che bello pensavo che solo i miei professori fossero fissati con i gesuiti, ma adesso che li sto approfondendo mi rendo conto e capisco perché sono fissati.
    Possiamo dire che sono stati dei precursori in molti campi, soprattutto pedagogici, e l'altro giorno parlando di queste cose con la mia insegnante di teatro mi ha svelato che loro si rifanno alla pedagogia teatrale gesuitica! SOno ovunque!
    Io sto trascrivendo un'opera teatrale di Pallavicino "Ermenegildo Martire" e dovrei poi fare un'introduzione all'opera, e mi piacerebbe poter trovare un collegamento al teatro contemporaneo, se hai qualcosa di interessante da mandarmi lo accetto ben volentieri!!!
    Mi piace molto il tuo blog, abbaiamo un sacco di passioni in comune!Buona giornata!

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    1. Ciao ragazze! Ancheio sto apprezzando molto il blog! E se non vi dispiace vorrei intromettermi: io sto facendo una tesi su come il Libro di Giobbe (Antico Testamento) è stato utilizzato in opere teatrali del Seicento-Settecento. Ho trovato un dramma di una anglicano, uno di un luterano, e mi manca un esempio di "Giobbe cattolico". Dato che voi siete del settore, diciamo, volevo chiedervi: vi è capitato di incontrare qualche autore, magari gesuita, che abbia messo in scena questo personaggio? Grazieeeee :) Eleonora

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